La leggenda della morte, l’Ankou

L’Ankou è una figura importante della mitologia bretone, che ritorna spesso nella tradizione orale ed i racconti della Bretagna bassa. Non rappresenta la morte in se stessa, ma il suo servo: il suo ruolo è di raccogliere le anime dei defunti.

La danse macabre de l’Ankou
Qu’ils soient simples paysans, nobles seigneurs, ou hommes d’Eglise, tous les hommes seront emportés par le serviteur de la Mort : les thèmes de l’Ankou et de la danse macabre sont extrêmement répandus en Bretagne.

È rappresentato da un vecchio molto alto e molto magro o da uno scheletro coperto da un sudario, che tiene in mano una falce montata al contrario per mietere le anime. Raccoglie queste anime nel suo carro o sulla sua barca quando è sul litorale.

A volte si dice che chi vede l’Ankou muore nell’anno; o che sia l’ultima morte di dicembre. Si dice anche che il primo morto dell’anno diventa il suo servo (komis an Ankou: “il commesso dell’Ankou, in bretone) per aiutarlo nel suo compito.

Così lo descrive Anatole Le Braz nella sua raccolta di leggende "La Légende de la Mort" (La leggenda della morte) (1893):
"L’Ankou è il lavoratore della morte (oberour ar marv). L’ultima morte dell’anno, in ogni parrocchia, diventa l’Ankou di quella parrocchia per l’anno successivo. "

L’Ankou è accompagnato dal suo carro stridulo e delle anime delle recenti morti. Questo carrello è chiamato karr an Ankoù o karrig an Ankou, "carro dell’Ankou", o karrigell an Ankou "carriola, piccolo carrello". Quando un vivo intende il rumore del carro (wig ha wag!), è che (o secondo un’altra versione, qualcuno della sua cerchia) sta per morire.

Le serviteur de la Mort, l’Ankou
L’Ankou parcours les chemins sur sa charrette grinçante, emportant ceux dont l’heure est venue à l’aide de sa faux dont le fer est monté à l’envers. Gare à ceux qui croisent son chemin…

La gente del litorale parla di una barca, Bag noz (“la barca di notte"), al posto del carro, nel quale l’Ankou raccoglie i anioni, le anime dei defunti, che trasporta verso le rive dell’aldilà.

In entrambi casi, tiene in mano una falce. Questa differisce dai falci ordinari, in ciò che ha il tagliente sul lato esterno de la lama. Quindi l’Ankou non la riporta a se stesso quando sta falciando; a differenza di quello che fanno i mietitori di fieno e di grano, lui la lancia in avanti.

A volte si dice che sia il portatore del mell beniguet ("martello benedetto"), usato per accelerare la morte degli agonizzanti.

Nel Trégor, ci sono rappresentazioni dell’Ankou a Ploumilliau (statua risalente al XV secolo, nella chiesa), ea Pleumeur-Bodou (statua nella chiesa di San Marco sull’Île-Grande, realizzata nel XX secolo e ispirata a quella di Ploumilliau)

Statue de l’Ankou à Pleumeur-Bodou
Statue de l’Ankou, visible dans l’église de l’Ile-Grande (Pleumeur-Bodou) : réalisée au XXe siècle, inspirée de la statue du 15e s. de Ploumilliau

In "La Légende de la mort chez les Bretons armoricains" (1893) (la leggenda della morte nei bretoni armoricani), Anatole Le Braz racconta la storia di Marie-Job Kerguénou, commissario all’Île-Grande. La storia racconta che una notte, di ritorno da Lannion, Marie-Job avrebbe incontrato un vecchio in difficoltà ai margini di una strada . Lo aiutò e lo accompagnò al cimitero dell’Île-Grande su la sua richiesta. Arrivato sul posto, l’uomo si trasformò in uno scheletro. Era Mathias Carvennec, deceduto quindici anni fa, ma errante, in mancanza di non avere tenuto parola, cioè da riportare dalle ossa del suo compagno di reggimento morto alla guerra, fino al cimitero dell’Île-Grande. Ha potuto farlo grazie a Marie-Job. L’uomo poté dunque riposare in pace. Ma era la gentilezza di Marie-Job ad averla fatta cadere. Il giorno dopo, è stata trovata morta nel suo letto.

Fonti:
- Wikipédia: l’Ankou ; Credenze e leggende a Pleumeur-Bodou
- Daniel GIRAUDON, Sulle tracce dell’Ankou

Vedi anche:
- Ile-Grande.bzh: La Chiesa di San Marco e l’Ankou
- Acquista "La légende de la Mort" (La leggenda della Morte) di Anatole LE BRAZ

Scopri la notra versione audio della Leggenda dell’Ankou:

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