La Leggenda Arturiana

La leggenda arturiana è meglio conosciuta dal racconto di Geoffroy de Monmouth nel XII secolo, basato sui racconti più anzani in lingua gallese. Ha origine in Gran Bretagna, in Galles e si è sviluppata al di là della Manica, in Armorica ("La piccola Bretagna").

Bisogna dire che in Bretagna, oltre al mito, il nome di Artù riveste un’importanza politica da partire dal XII secolo, che conferiscono al principe una avrà ed una legittimità uniche al mondo fronte alle pretese o le sovranità inglesi e francesi: così Constance, la nipote di Henri II Plantagenêt, era la prima da nominare il suo figlio, contro il parere della dinastia potente, con questo nome che era raro a quell’epoca, ma denota la popolarità crescente del mito arturiano dai Plantagenêts. Alla fine, tre duchi di Bretagna hanno portato questo nome prestigioso, fino al XV secolo.

La foresta mitica di Brocéliande è il quadro delle leggende, delle storie e delle apaparizioni dei personaggi del ciclo arturiano e dei cavalieri della tavola rotonda: il re Artù e la regina Ginevra, il cavaliere Lancillotto, il saggio Merlino, la fata Viviane,…

Ma Artù è presente anche nel Trégor, dove possiamo scoprire testimonianze del suo leggendario passaggio. Quest’eroe mitico della letteratura e della tradizione orale medioevale potrebbe avere una base storica: un eroe di questo nome avrebbe vissuto in Gran Bretagna tra la fine del V secolo e l’inizio del VI secolo, ed avrebbe combattuto l’invasore sassone.

A Saint-Efflam:
I bretoni dall’altra sponda della Manica portarono con loro la leggendaria vita del Re Artù. La scena più famosa nel Trégor rappresenta Artù sulla Lieue-de-Grève, tra Saint-Michel e Plestin, mentre combatte contro un drago. Artù è stato aiutato da uno degli 800 santi venuti ad evangelizzare l’Armorica: Saint-Efflam. Fece sgorgare l’acqua affinché Artù, esausto, si disseti: la tradizione dice che la fonte di acqua si trova a Saint-Efflam. Alla fine del XVI secolo fu ricoperta da un edificio imponente, dove si trovavano le statue di Sant’Efflam e di Sant’Enora, sua moglie, oggi scomparse.

A Perros-Guirec:
Dopo una breve preghiera di Sant’Efflam, il drago annegò nell’oceano con il suo sangue che sgorgava dalla sua bocca, dalle narici e dagli occhi. La tradizione popolare afferma che questa scena è rappresentata su un piede esterno della chiesa romanica Saint-Jacques.

A Pleumeur-Bodou, al castello di Kerduel:
Costruito tra il XIII e il XIX secolo, il castello di Pleumeur-Bodou ospita una "stanza del Re Artù". Kerduel assomiglia fonicamente a Caerduel, una delle residenze di Artù, secondo la tradizione. La leggenda vuole che in alcune notti Artù percorra i sentieri del castello sul suo cavallo bianco.

Di nuovo a Pleumeur-Bodou, sull’Île d’Aval:
Vicino all’Île-Grande, si dice che il Re Artù sia dormiente, curando le sue ferite, prima di riunire il suo popolo su entrambi i lati della Manica e risalire al suo trono.

L’Île d’Aval o Enez aval, ora proprietà privata, è una delle più famose piccole isole della costa bretone. Secondo la leggenda, Re Artù è sepolto lì ei bretoni su entrambi i lati della Manica attendono il suo risveglio che ripristinerà l’unità celtica. Intorno al VI secolo, i monaci avrebbero costruito un monastero lì. Al centro dell’isola c’era una cappella dedicata a San Marco. In mezzo al vecchio cimitero monastico, c’erano un menhir ed un incrocio merovingio. Era il padre di Félix Le Dantec, che nel 1878 ha informato la Société d’Anthropologie de Paris della presenza di scheletri con teste allungate, testimoni di questo habitat dall’altomedievale. Le ossa sono state trasportate al cimitero dell’Île-Grande.

Pleumeur-Bodou è quindi uno dei siti arturiani più famosi della Bretagna, dopo Brocéliande.

Fonti:
- Blog Ile-Grande.bzh : l’île d’Aval
- Wikipédia : Pleumeur-Bodou, credenze e leggende
- Wikipédia : Artù I duca di Bretagna

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